Una posizione comoda per mamma (seconda parte)
Era una situazione incredibile.
In quel momento stavo parlando tranquillamente con mio marito mentre le dita di mio figlio mi sditalinavano. -Tra quanto ci fermiamo?
-Voglio andare avanti ancora un po'
-E tu Aldo, te la senti di andare avanti ancora un po'?
-Certo, mamma. Per me possiamo andare avanti ancora un bel po'
-Ottimo-, risposi. -Più andiamo avanti, e più mi piace."
-Va bene, vero tesoro? -, chiesi a mio marito.
-Sì, mi piace l’idea di non fermarmi.
Mi voltai e guardai mio figlio - Neanch’io voglio fermarmi.
-Aldo? - mio marito chiese a mio figlio: “Come va con tua madre in grembo?”
-Nessun problema papà, la mamma continua a muoversi in modo che una posizione non diventi scomoda. Si alza di tanto in tanto per alleviare la pressione.
Mentre mio figlio stava parlando con suo padre, affondava le dita ancora più profondamente nella mia figa.
Aldo spingeva con calma e decisione le dita dentro e fuori di me. Dovetti mordermi la lingua per non gemere.
Premevo la mia mano contro la sua. Spinsi forte la sua mano nella mia figa.
Desideravo spingesse più a fondo. Colse il suggerimento affondando le dita più profondamente che poteva.
Iniziai a muovere i fianchi al suo ritmo. Guardai mio marito.
Meno male che la TV gli bloccava la visuale!
Se avesse visto e suo figlio con le dita ficcate in profondità nella figa di sua madre, non so davvero cosa avrebbe fatto.
Tutto il mio corpo stava iniziando a rispondere a quel trattamento. Senza preavviso tolse le dita.
Ero delusa. Non era durata a lungo.
Mio figlio allora iniziò ad armeggiare con il vestito. Mentre mi sbottonava, sentivo l’aria fresca dal condizionatore.
Rese i miei capezzoli ancora più duri. Giunto all’ultimo bottone il vestito era completamente aperto.
Sul davanti ero completamente nuda, a disposizione di mio figlio, qualsiasi cosa volesse farmi.
Iniziò a palparmi su e giù, ad accarezzarmi le tette. Continuava a prenderle a coppa con le mani. Accompagnai il movimento per invitarlo a premere ancora più forte.
A quel punto sollevai i fianchi e mi sono tolsi il vestito da sotto al culo. Mio figlio capì subito il mio scopo.
Abbassò le mani per sfilarsi i pantaloncini. Mi dovetti alzarmi per farlo arrivare alla sua cerniera. Aveva ancora il cazzo intrappolato sotto il mio sedere. Sollevai di più il bacino.
-Tutto a posto, tesoro?- mi ha chiesto mio marito. -Non sei scomoda in questa posizione? Vuoi che mi fermi in modo da farti stare più comoda?
Mentre Aldo si toglieva le mutande, sentii il suo cazzo intrappolato liberarsi.
Mi sedetti di nuovo su di lui. Il suo cazzo stava premendo sullo spacco del mio culo nudo.
-No, va tutto bene, caro. Se mi muovo nel modo giusto, penso che mi sentirò davvero comoda.
Aldo, c’è qualcosa che posso fare per farti stare più comodo? Hai bisogno faccia qualcosa?
Aldo mise le mani sui miei fianchi -Se vuoi mamma, alzati ancora un po' in modo che io possa posizionarmi meglio.- Capivo cosa stava dicendo mio figlio.
Sollevai il sedere più in alto che potevo.
Sentii una delle sue mani staccarsi dalle natiche. Sapevo cosa stava facendo.
Sentii la sua cappella che entrava. Il suo cazzo scivolò facilmente nella mia figa.
Mi stavo impalando sul cazzo di mio figlio, la sua minchia mi stava aprendo in due la fica, premendo contro le pareti vaginali.
Mi sfuggì un gemito. Non potei farne a meno.
Mio marito mi guardò. -Sei sicurz di non volerti fermare?
Mentre scendevo fino a sentire il cazzo di mio figlio fino in fondo alla figa.
-No, no, non fermarti, voglio che tu vada avanti. Starò bene almeno per la prossima mezz’ora o giù di lì. E tu Aldo, farai il bravo per la prossima mezz’ora?
-Sì mamma, quando ti sei seduta di nuovo, mi sono posizionato in modo da non avere problemi. Devo solo sollevarmi leggermente. Va bene?
-Vuoi che mi alzi?
-No. Rimani sulle mie ginocchia e ti solleverò con me.
Detto questo, mio figlio sollevò i fianchi spingendo il suo cazzo più profondamente in me. In quel momento quasi rischiai di venire.
-Ecco, così, dammi un po' di sollievo.
Mentre cavalcavo il cazzo di mio figlio, guardai mio marito.
Aldo stava ancora pompando il più forte possibile.
“Se solo lo sapesse. Eccomi nuda, sul cazzo di mio figlio con mio marito proprio accanto a me.”
-Quanto spesso potremo visitare Aldo dopo che si sarà sistemato nel suo dormitorio?
-Beh, con il mio carico di lavoro sarà difficile venire qui, ma non è un tragitto così lungo, se avrai nostalgia potresti venire a trovarlo senza di me.
Parlare con mio marito mentre avevo dentro il cazzo di mio figlio, mi rese spudorata. -Capisco, non preoccuparti se non riesci a venire ogni volta che vengo io. Verrò a trovarlo il più possibile. Va bene per te Aldo?"
-Mamma, puoi venire quando vuoi. In effetti, più volte vieni e meglio è.
Accompagnò queste parole con una gran spinta.
-Quando pensi di venire?
-Presto Aldo, molto presto
Ho iniziato a muovere i fianchi avanti e indietro sul suo cazzo. L’unica parte di me che si muoveva erano i fianchi. Tenni la testa ferma per non insospettire mio marito.
Sentii arrivare un orgasmo. Mi tolsi le mani di Aldo dai fianchi e le premetti sulle poppe.
Il cazzo di mio figlio in me e le sue mani sulle mie tette erano troppo. Mi sono sentita come travolta da un’onda dietro l’altra.
Tutto quello che potevo fare era irrigidire il mio corpo.
Durò trenta secondi.
Fu l’orgasmo più lungo mai avuto. Esausta, mi rilassai. Ma mio figlio non aveva ancora finito.
Continuò a stantuffare il suo cazzone dentro di me.
Alla fine le sue gambe si distesero e sentii schizzare il suo sperma.
Mi stava riempiendo di sborra bollente.
Rimasi ferma fino a quando non ebbe svuotato il suo cazzo fino all’ultima goccia.
Eravamo spompati.
-C’è un cartello che indica un posto dove mangiare a circa dieci miglia lungo la strada. Avete fame?
-Sì, papà, vorrei mangiare qualcosa - disse Aldo.
Mi voltai e guardai Aldo. Mi stava sorridendo.
-E tu mamma? Vuoi mangiare qualcosa?
-In effetti ci starebbe un panino.
Mi chinai per raccogliere le mutandine che erano finite sul tappetino dell’auto.
Quando mi mossi per raccoglierle, sentii il cazzo di mio figlio uscire da me.
Proprio prima che tirassi su le mutandine, mio figlio fece per infilarmi di nuovo un dito in figa.
Gli diedi uno schiaffo giocoso sulla sua mano. Lui tolse il dito e io rimisi a posto gli slip.
Mi riabbottonai il vestito. Intanto mio figlio infilò di nuovo il cazzo nei pantaloni e se lo sistemò.
-Dopo aver mangiato, quanto tempo mancherà ad arrivare? - chiesi a mio marito.
-Circa due ore. Pensi che riuscirete a sopportare questa posizione scomoda per altre due ore?
-Tutto sommato non è un problema - dissi a mio marito - Se Aldo ce la fa, posso rimanere seduta sulle sue ginocchia per altre due ore. E tu, Aldo, ti dispiace sopportare tua madre per altre due ore?
-Non preoccuparti mamma, le prime due ore sono passate piuttosto in fretta. Immagino che anche le prossime due ore passeranno altrettanto in fretta, forse anche più in fretta.
-Pensavo che almeno uno di voi si sarebbe lamentato.
-Non abbiamo di che lamentarci, vero figliolo?
-Certo mamma, anche se il tragitto fosse più lungo non mi lamenterei di certo.
-Grazie Aldo cercherò di fare in modo che queste due ore siano piacevoli anche per te